Anche tra gli swinger ci sono discriminazioni?

Written by maxulivieri

On 28 Ottobre 2019
gruppo di persone

Fin troppe persone persone parlano senza riflettere, esprimono pareri taglienti senza chiedersi se qualcuno li abbia davvero interpellati e, soprattutto, senza domandarsi se quelle parole feriscono. Certo, le persone intelligenti si fanno scivolare addosso il superfluo e il superficiale ma in ogni caso la sensazione di fastidio si prova. Nessuno vuole sentirsi giudicato, discriminato, escluso e nonostante questo ognuno di noi, a suo modo, si è sentito così almeno una volta.

Perché introduco così questo capitolo della rubrica sulla sessualità?

È molto semplice, durante un aperitivo, qualche giorno fa, si è aperto il discorso sul tema dello scambismo e una persona presente all’evento ha dimostrato la sua ostilità nei confronti degli swinger mostrandosi molto chiuso e aggressivo.

Quello che inizialmente mi ha sorpreso di più è stato il constatare che le feroci critiche provenivano da una persona avente una totale disabilità Visiva e che, a mio avviso, proprio per le difficoltà e gli ostacoli affrontati, avrebbe dovuto comportarsi con maggior flessibilità e apertura.

Ecco allora che mi sono resa conto che anche io stavo sbagliando. Rimanendo nel mio bel giardino della generalizzazione stavo dando per scontato che chiunque avesse una disabilità fosse predisposto ad un’apertura mentale e a una comprensione dell’altro maggiore.

È facile cadere nella trappola delle proprie convinzioni ed è importante rendersi conto del momento in cui si è caduti perché l’altro non va relegato in una generalizzazione di massa. I rapporti interpersonali sono scambi, positivi o negativi, in cui è fondamentale ricordarsi che è la diversità ad arricchire lo scambio, a prescindere dalla positività o meno dello stesso, sia essa di opinioni, culturale, etnica o fisica.

Veniamo al dunque, mi sono domandata quanto può essere difficile per una coppia in cui uno o entrambi hanno una disabilità fisica avvicinarsi al mondo dello scambismo con tutte le sue infinite sfumature?

È complicato per i normodotati che, una volta superata la fase del parlare della propria fantasia al partner si ritrovano catapultati in un mondo con le sue regole e le sue dinamiche tutte da imparare.

Per chi ha una disabilità fisica le problematiche si moltiplicano perché, innanzitutto, locali scambisti accessibili non ce ne sono, anzi se ne conoscete fatevi avanti con i nomi!

È però semplice comprendere perché non si creano strutture accessibili in questi ambienti, innanzitutto è ancora preponderante il pensiero per il quale una persona con disabilità non abbia impulsi sessuali e quindi pensando al sesso si tende ad escludere il binomio sesso&disabilità (ma ci stiamo lavorando!), inoltre sia ha una visione della bellezza e dell’eros standardizzata, rigida, dove non c’è spazio per i corpi che non rientrano nello schema. Ci si dimentica che quei corpi diversi, arricciati, attorcigliati, in cui le estremità invece di terminare con le dita hanno come rotonde colline rosate, corpi con una storia, corpi di carne che palpita e freme come tutte le altre, senza differenze di emozioni, sensazioni e desideri.

È la cultura dell’occhio che deve cambiare e aprirsi all’altro per dar spazio a ogni individuo di viversi.

In conclusione, il consiglio per tutte le coppie che hanno deciso di provare o anche solo curiosare l’universo swing? Come sempre parlate, parlate tanto e confrontatevi con il vostro partner, senza fretta e senza forzature, magari raccontandovi la fantasia proprio mentre siete sotto le lenzuola e approcciandovi intimamente all’idea.

Se l’idea vi trasporta e dalla fantasia deciderete di passare ai fatti consiglio di creare un profilo su una delle tante community swinger che ci sono, sarà divertente anche il momento della creazione dello stesso e le coppie a quattro ruote, ma non solo, avranno la possibilità di conoscere e approfondire il gioco al di là dei club privè che ci auguriamo riescano ad andare oltre, prima o poi, i propri preconcetti.

VIRGINIA MANCORI

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