26 e 27 febbraio 2016 | Palazzo Festari | Valdagno
Coraggio, diritti e speranza, sono queste le parole chiave che hanno connotato il corso di formazione “Sessualità senza barriere. Disabilità: dal silenzio alla carezza” tenutosi il 26 e 27 febbraio nella bella cornice di Palazzo Festari a Valdagno.
Il rapporto fra sessualità e disabilità è da sempre un tema non facile, spesso nascosto o addirittura negato. In questo senso, la condivisione delle esperienze, delle difficoltà e talvolta lo sconforto da parte dei famigliari delle persone con disabilità presenti al simposio, hanno fatto comprendere in tutta la sua drammatica realtà la portata del problema.
Anche per tale motivo, gran parte degli interventi sono stati incentrati attorno alla figura dell’assistente sessuale per i portatori di handicap. Da oltre un anno giace in parlamento il disegno di legge 1442 “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità” che si pone come un provvedimento, unico in Europa, in grado di garantire l’accesso per tutti all’affettività, comprese le esperienze più intime.
“Non c’entra niente la prostituzione, – ha detto il dott. Fabrizio Quattrini, presidente dell’istituto italiano di sessuologia scientifica – piuttosto bisogna uscire dal concetto di sessualità meccanica e medicalizzata”.
Intanto, il comitato LoveGiver ha selezionato circa una trentina di candidati ed è già nella condizione di far partire il primo corso in Italia per assistenti sessuali. Anna Pierobon, una laurea in filosofia e un master in bioetica, è una di questi candidati. “Ho riflettuto a lungo se intraprendere questo percorso, – ha affermato la Pierobon – ma ho fugato tutti i dubbi durante le selezioni dove ho potuto constatare di persona l’alto livello delle competenze richieste”.
Grande interesse e coinvolgimento hanno suscitato le analisi dei casi pratici. Gli operatori delle comunità e dei centri diurni hanno avuto così modo di sottoporre all’avv. Filippo Lupo, esperto in responsabilità civile, diritto delle persone e della famiglia, le loro perplessità circa i limiti giuridici (civili e penali) che riguardano l’agire professionale quotidiano. Un aspetto sottolineato anche dall’infermiera Alessandra Ripamonti nel suo intervento incentrato sulla complessità di una professione sempre più inserita in progettualità d’equipe, soprattutto se tenuta ad affrontare i vari livelli di disabilità fisica e intellettiva.
Il presidente del comitato nazionale per la promozione dell’assistenza sessuale, Maximiliano Ulivieri, con la sua consueta verve espositiva ha letteralmente conquistato la platea. “La vita non è solo sopravvivere, – ha chiosato Max – tutte le persone hanno diritto a riconoscere, a sperimentare e a vivere la propria sessualità”.
L’alto numero dei partecipanti e la qualità del dibattito hanno confortato gli organizzatori della cooperativa Sole di Bolzano, in collaborazione con la cooperativa Primula e il comune di Valdagno, a proseguire lungo questo percorso di formazione, con la consapevolezza che il confronto delle idee è l’unica strada possibile per far maturare, anche in tema di sessualità, una nuova coscienza sociale.
Bolzano, 1 marzo 2016